Poteva essere comunicato come un successo della tecnologia italiana, invece la notizia è passata sotto traccia. Lo scorso 24 ottobre, il primo F-35B, l’aereo a decollo corto e atterraggio verticale assemblato interamente in Piemonte, ha compiuto un volo di collaudo. Ma dalla Difesa no comment.
A Cameri (Piemonte) l’Aeronautica ha creato un impianto tecnologico, che ha convinto gli USA a concedere all’Italia, unico caso fuori dagli Stati Uniti, la possibilità di costruire i cassoni alari, i contenitori del motore e assemblare gli interi velivoli F-35.
L’Italia aveva prenotato 131 caccia F-35 per un costo totale attorno ai 12,9 mld di dollari. A causa delle polemiche sollevate per la spesa elevata, si è deciso di ridurre l’acquisto a 90. Tuttavia, produrre a Cameri meno di 100 velivoli ha fatto lievitare i costi (circa 100 mln di dollari ogni caccia). A questo punto, altri Paesi, come Olanda, Norvegia, Inghilterra e probabilmente anche Belgio, Danimarca e Polonia, non hanno di fatto più convenienza a comprare gli esemplari costruiti in Italia. Risparmiano se li acquistano direttamente negli Stati Uniti.