Ad intervenire nella discussione in atto sui problemi dell’automotive europeo, è stato nei giorni scorsi Wayne Griffiths, amministratore delegato di Seat e Cupra. Lo ha fatto attraverso il suo profilo LinkedIn ufficiale, postando un duro intervento contro la politica, spagnola e continentale.
In particolare, il manager ha evidenziato la mancanza di collaborazione con il settore in uno dei momenti più duri che si ricordino: “La bassa domanda di auto elettriche, sommata alla mancanza di impegno dei rappresentanti politici nel promuovere politiche di sensibilizzazione, incentivi fiscali e infrastrutture di ricarica, ha fatto sì che solo il 13% delle auto vendute in Europa quest’anno siano elettriche. E in Spagna raggiungiamo appena il 5%”.
Per poi aggiungere: “L’industria sta facendo i compiti. La Seat sta facendo i compiti. Abbiamo il prodotto, abbiamo le strutture, ma non vediamo la risposta necessaria da parte delle pubbliche amministrazioni. Le istituzioni spagnole ed europee devono essere all’altezza del compito”.
L’amministratore delegato del marchio iberico ha anche fatto riferimento a un paradosso in cui si trova Cupra. Il suo modello Tavascan viene prodotto in Cina e sarebbe quindi soggetto ai dazi da poco introdotti dall’Ue sulle auto importate dalla seconda economia al mondo.
Sul punto, Griffiths attacca: “L’inerzia o il protezionismo incompreso, che si manifesta alla fine con l’imposizione di tariffe, porta solo a far dubitare i consumatori, per dissuaderli che la mobilità elettrica sia parte della soluzione.”
Il numero uno di Seat e Cupra ritiene che non ci sono alternative praticabili all’auto elettrica: “Continueremo a scommettere sulla mobilità elettrica della nostra azienda. Non esiste un piano B”.
Al tempo stesso, non nasconde i rischi drammatici che attendono il settore: “Non possiamo dimenticare che tutti questi fattori si traducono in perdite per la stabilità finanziaria dell’azienda e, di conseguenza, in un rischio significativo per l’occupazione. Siamo a rischio per il 10% del Pil spagnolo e per più di due milioni di posti di lavoro”.