In 14 anni i dazi e le sanzioni sono aumentati del 700 per cento a livello globale

La deglobalizzazione è cominciata con la crisi finanziaria del 2008. Una situazione che impatta in modo significativo anche sull’Italia, che è il sesto Paese al mondo per volumi di esportazioni e ottavo nella classifica mondiale degli Stati importatori.

In 14 anni i dazi e le sanzioni sono aumentati del 700 per cento

La deglobalizzazione del commercio è cominciata con la crisi finanziaria del 2008, ma la pandemia ha determinato un’accelerazione: le misure protezionistiche in vigore nel mondo sono salite a circa 3mila, tra dazi, sanzioni e quote di esportazione con un incremento del 714 per cento dal 2008 al 2022. Se ne è parlato a Milano in occasione del Forum del commercio internazionale organizzato da ARcom.

Il ritorno al protezionismo commerciale riguarda anche l’Unione Europea, con 350 differenti obblighi normativi da rispettare in fase di import e di export, e rappresenta un fattore di notevole complessità per tutti gli operatori che operano nel commercio internazionale.

I nuovi scenari geopolitici, la lotta ai cambiamenti climatici, la tutela del mercato interno rappresentano le motivazioni alla base delle norme di salvaguardia commerciale adottate anche a livello europeo.

Attualmente (come detto) sono in vigore circa 350 provvedimenti in materia, di cui 177 misure definitive di difesa commerciale, 117 antidumping definitive, 21 antisovvenzioni e 1 misura di salvaguardia, con un incremento di 14 misure rispetto al 2021.

In un anno l’Ue ha sottoposto a controllo 38.500 domande di esportazione per beni dual use (per uso civile e militare), per un valore di 45,5 miliardi di euro, mentre sono state vietate 560 operazioni di export, per un valore totale di 7 miliardi di euro.

Sono in costante aumento anche i divieti: dall’invasione russa dell’Ucraina, l’Ue ha adottato 11 diversi pacchetti di sanzioni che vietano l’importazione e l’esportazione di numerosi prodotti.

Una situazione che impatta in modo significativo anche sull’Italia, che è il sesto Paese al mondo per volumi di esportazioni e ottavo nella classifica mondiale degli Stati importatori.

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