Le importazioni dalla Russia in Italia hanno riguardato, relativamente ai frumenti, per la quasi totalità il grano duro. Il ruolo di Mosca, in passato, è stato tuttavia sempre marginale, mentre nel 2023, con arrivi per 445 mila tonnellate, la Russia è arrivata a coprire il 14% dell’import complessivo nazionale, contro il 2% del 2022 (quando erano appena 40 mila le tonnellate di grano duro importate dalla Federazione).
È la stima di Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), dopo la proposta della Commissione europea di introdurre dazi maggiorati sulle importazioni di cereali, semi oleosi e prodotti agricoli derivati provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia.
I grani russi - spiega Ismea – “hanno potuto beneficiare di un vantaggio competitivo rispetto ad altre provenienze (in particolare rispetto ai frumenti canadesi, statunitensi e francesi), grazie anche alla svalutazione del rublo”.