Secondo l’ultimo report Istat su natalità e fecondità della popolazione residente in Italia, nel 2023 le nascite sono scese ancora rispetto all’anno precedente: sono state complessivamente 379.890, in diminuzione del 3,4% rispetto al 2022. Le nascite sono in calo costante dal 2009, e i dati provvisori per il 2024 indicano che il trend negativo è destinato a confermarsi anche quest’anno.
La riduzione delle nascite si inserisce in un declino dei tassi di fertilità e natalità che da più di 15 anni caratterizzano la crisi demografica in Italia. Dal 2008 c’è stata infatti una drastica riduzione sia delle nascite di primogeniti sia dei figli di ordine superiore, cioè secondogeniti, terzogeniti e via così. Nel 2023 le nascite sono risultate complessivamente del 34,1% più basse rispetto al 2008: nello specifico, quelle del primo figlio sono scese del 34,4%, quelle del secondo del 36,6% e dei figli successivi del 26,5%.
Le cause di questo fenomeno sono principalmente riconducibili a due tendenze.
Da un lato, il numero medio di figli per donna è in costante diminuzione, sia per le donne con cittadinanza italiana sia per quelle prive: per le prime era 1,33 nel 2010, mentre nel 2023 è sceso a 1,14, per le seconde era 2,53 nel 2010, e nel 2023 è sceso a 1,79. Sono tutti valori al di sotto del tasso di sostituzione di 2,1 figli per donna necessario per mantenere stabile la popolazione.
Dall’altro, la popolazione femminile in età fertile, convenzionalmente fissata tra i 15 e 49 anni, è in costante contrazione per via dell’invecchiamento della popolazione, contribuendo ulteriormente al calo delle nascite.