Il 99 per cento della popolazione globale respira aria che supera i limiti di qualità definiti dall’Organizzazione Mondiale della Salute (Oms). I dati evidenziano che le persone residenti nelle zone a basso e medio reddito subiscono le esposizioni più elevate al PM2,5, particolato in grado di penetrare nei polmoni e nel flusso sanguigno, causando impatti cardiovascolari, cerebrovascolari e respiratori.
I livelli più elevati di PM2,5 sono stati registrati nelle regioni dell’Africa e dell’Asia centrale e meridionale. Questo si rispecchia nella classifica globale dei Paesi con l’aria più inquinata nel 2022, dove troviamo in prima posizione il Ciad, con quasi 90 μg/m³ (microgrammi al metro cubo) medie annuali di PM2,5, 18 volte il limite definito dall’Oms (pari a 5 μg/m³). Viene seguita dall’Iraq e dal Pakistan.
A livello europeo, l’Italia si trova tra le prime in classifica per inquinamento, precisamente al settimo posto, con una concentrazione di PM2,5 pari a 18,9 μg/m3 (quasi 4 volte i limiti di qualità dell’Oms). Siamo dopo la Grecia e prima della Bulgaria. Mentre il Paese più inquinato del Vecchio continente è la Bosnia-Erzegovina.