Gli Usa tornano a crescere, la Cina diventa un rischio globale, l’Italia frena

Sono gli Stati Uniti la maggiore sorpresa nelle nuove previsioni Ocse: la prima economia al mondo sembra resistere alla stretta monetaria imposta dalla Fed per raffreddare l’inflazione. Il segretario generale dell’Ocse Matthias Cormann: “L’inflazione risulta più forte di quanto previsto il che richiede politiche monetarie restrittive”.

Gli Usa crescono, la Cina è ora un rischio globale, l’Italia frena

Il Pil mondiale dovrebbe passare dal +3,3 per cento del 2022, al +3 nel 2023 e al +2,7 nel 2024: è quanto emerge dalle Prospettive Economiche Intermedie dell’Ocse. Nell’Eurozona, il Pil dovrebbe passare dal +3,4 per cento del 2022, allo +0,6 del 2023 e all’1,1 del 2024. Quanto all’Italia, l’Ocse prevede un Pil di +0,8 per cento sia per il 2023 sia per il 2024, dopo il +3,8 per cento del 2022. 

L’inflazione complessiva nel gruppo del G20 si ridurrà progressivamente dal 7,8 per cento del 2022, al 6 nel 2023 e al 4,8 nel 2024. Nell’Eurozona, il livello dei prezzi al consumo dovrebbe passare dall’8,4 per cento del 2022, al 5,5 del 2023 e al 3 del 2024. Anche in Italia l’inflazione dovrebbe contrarsi progressivamente dall’8,7 per cento del 2022 al 6,1 del 2023 e al 2,5 del 2024. 

Le prospettive economiche dell’Ocse “sono segnate da rischi importanti. L’inflazione risulta più forte di quanto previsto il che richiede politiche monetarie restrittive”, ha detto il segretario generale dell’Ocse, Matthias Cormann. La “politica monetaria deve rimanere restrittiva” fino quando non ci saranno “segni chiari” di miglioramento dell’inflazione, ha avvertito evocando, tra gli altri rischi, un’economia cinese più debole del previsto che “pesa sulla crescita mondiale”.

“Le politiche macroeconomiche devono puntare in priorità a ridurre l’inflazione e a ricostituire margini di bilancio. In parallelo, per gettare le basi di una crescita più forte e sostenibile sul lungo termine, i poteri pubblici devono agire per stimolare la concorrenza, accelerare gli investimenti in ricerca, sviluppo, tecnologie a basse emissioni nonché ridurre piuttosto che rafforzare gli ostacoli agli scambi”, ha detto Cormann.

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