La Cina ha chiesto alle sue case automobilistiche di sospendere i grandi investimenti negli Stati europei che hanno applicato l’aumento dei dazi sui veicoli elettrici. Le nuove tariffe dell’Ue sono entrate in vigore nei giorni scorsi, dopo un’indagine durata un anno che ha diviso l’Unione e ha provocato ritorsioni da parte di Pechino.
Dieci membri, tra cui Francia, Polonia e Italia, hanno sostenuto i nuovi dazi (che colpiranno i produttori di auto elettriche per cinque anni con aliquote varie fino al 35,3%), mentre cinque Paesi, tra cui la Germania, si sono opposti e 12 si sono astenuti.
Le case cinesi tra cui Byd, Saic e Geely sono state informate in una riunione tenuta dal ministero del Commercio il 10 ottobre sul fatto che avrebbero dovuto sospendere i loro piani di investimento nei Paesi che hanno sostenuto la proposta di dazi aggiuntivi.
Anche alcune case automobilistiche straniere hanno partecipato all’incontro, dove ai partecipanti è stato detto di essere prudenti riguardo ai loro investimenti nei Paesi che si sono astenuti dal voto, mentre sono stati “incoraggiati” a investire in quelli che hanno votato contro i dazi.