Per 75 anni, la Banca Mondiale è stata una delle principali fonti di finanziamento a basso costo dei paesi in via di sviluppo. Il suo braccio umanitario, l’Associazione internazionale per lo sviluppo (Ida), distribuisce circa 30 miliardi di dollari all’anno a 78 tra i paesi più poveri.
È altrettanto vero che le modalità attraverso cui tali risorse vengono distribuite sono spesso oggetto di critiche (il riferimento è in particolare alle politiche neoliberiste a cui sono vincolati i paesi ‘assistiti), ma in questo post si vuole evidenziare gli aspetti quantitativi.
Il 6 dicembre il fondo è stato incrementato di 100 miliardi di dollari, un importo propagandato da Ajay Banga, il presidente della banca, come il più grande conferimento di sempre da parte dell’istituzione internazionale.
Ma la fanfara nasconde una triste verità. Le istituzioni multilaterali del mondo si stanno allontanando dai paesi più poveri. L’annuncio di Banga ha infatti tralasciato alcuni dettagli importanti.
La generosità degli Stati più abbienti si sta riducendo. E, proprio perché la maggior parte dei paesi donatori sta stringendo la cinghia e i pochi piccoli aumenti dei contributi sono stati erosi da un dollaro forte, la banca dovrà invece prendere in prestito il denaro extra sui mercati finanziari. E tali costi di finanziamento, qualcuno dovrà pur pagarli: in ogni caso il risultato netto è meno aiuti agli Stati bisognosi di aiuto.