La popolazione mondiale è in costante aumento: secondo le statistiche, ha raggiunto per la prima volta la soglia del miliardo nel 1804 per arrivare a 7,6 miliardi lo scorso maggio. Anche al netto di morti, disastri naturali, pandemie e nonostante il declino della fertilità in gran parte del mondo, l'ONU si aspetta che arrivi a toccare la cifra di 11,2 miliardi nel 2100.
Non solo. Ad aumentare è anche l’aspettativa di vita, incrementata drasticamente negli ultimi 60 anni passando da poco più di 50 a poco meno di 70 anni per gli uomini e da 52 a 72 anni per le donne, con la conseguente riduzione della fascia di popolazione in età lavorativa. Tuttavia, un popolo anziano non deve rappresentare necessariamente un disastro per l’economia, sebbene la sfida sia notevole. Secondo The Economist, "un paese con meno lavoratori deve aumentare ancor di più la propria produttività per continuare a crescere economicamente... Un minor numero di persone sarà in grado di avere idee brillanti che possano arricchire uno Stato.”
Riunire i lavoratori in città sempre più estese potrebbe rappresentare un modo per aumentare l’efficienza, offrendo gli stessi servizi in maniera più economica, ma anche l'urbanizzazione accelerata pone delle sfide. Secondo un rapporto della Banca Mondiale, nel 1960 solo il 34% delle persone viveva nelle aree urbane, cifra salita al 55% nel 2017; e, sempre secondo l’Onu, entro il 2050 due terzi della popolazione mondiale vivrà in aree metropolitane. "Gestire la crescita urbana per assicurare che sia sostenibile è diventata una delle sfide di sviluppo più importanti del nostro secolo", ha dichiarato John Wilmoth, direttore della Divisione Popolazione dell’Onu.
Per questo, celebrando la Giornata mondiale della popolazione, che quest’anno ha avuto come tema la pianificazione familiare, secondo Natalia Kanem, direttore esecutivo del Fondo delle Nazioni Unite, questa non rappresenta soltanto un diritto, “è anche fondamentale per l'emancipazione delle donne, contribuendo a ridurre la povertà e raggiungere uno sviluppo sostenibile”. Con tali numeri, le scelte che le imprese, e a maggior ragione gli stati, compiranno, e che si ripercuoteranno sulla creazione o distruzione di posti di lavoro, avranno un impatto ancora maggiore sul mondo di domani.