La Gran Bretagna non è più la porta d’ingresso verso l’Europa

La Brexit è stata un disastro. E ora i britannici pagano il conto

Non è più la porta d’ingresso verso l’Europa

“La Brexit è un disastro per il Regno Unito. Sono stati persi due milioni di posti di lavoro. La Brexit è anche la causa primaria dell’inflazione”. È il quadro descritto da Sadiq Khan, sindaco di Londra.

“La Brexit è un fattore negativo sul commercio britannico e contribuisce a una caduta nell’offerta di lavoro, fattori che pesano sulle prospettive di crescita a lungo termine del Regno Unito”, evidenzia la Bce in un report.

Ma non è tutto qui. L’Office for Budget Responsibility calcola una caduta del 15 per cento anche del commercio estero e una riduzione del 4 per cento nella produttività.

La sterlina è la prima vittima della Brexit, e ha perso dal referendum più del 14 per cento. Oltretutto, Bloomberg conferma che “l’economia Ue cresce in media del 2,3 per cento in più di quella britannica, e dal 2016 il Pil dell’Ue è cresciuto del 24 per cento contro il 6 di Londra. Quanto al Pil pro capite, negli ultimi otto anni in Europa è aumentato del 19 per cento in più del Regno Unito”.

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