Con una maggioranza bipartisan, la Camera Usa ha approvato dopo uno stallo di mesi i disegni di legge sugli aiuti a Kiev, Israele e Taiwan per un totale di 95 miliardi di dollari; una scelta che - secondo il Cremlino - “ucciderà ancora più ucraini a causa del regime di Kiev”. Il voto è giunto sull’onda dell’escalation del conflitto in Ucraina e delle sempre maggiori difficoltà al fronte di Kiev.
La legge per Kiev prevede 60 miliardi, di cui 23 resteranno negli Usa per riapprovvigionare gli arsenali Usa, mentre 7,8 miliardi di aiuto finanziario diretto al bilancio ucraino saranno sotto forma di un prestito che potrà essere cancellato dal presidente, dopo le elezioni del 5 novembre: una concessione in omaggio a Donald Trump, che se tornerà alla Casa Bianca potrà esigere la restituzione della somma.
Prevista anche la fornitura all’Ucraina dei missili Atacms a lungo raggio, salvo rischi gli interessi nazionali americani. Il Pentagono ha già fatto sapere di essere pronto a inviare la prima fornitura bellica nel giro di pochi giorni, dopo l’approvazione del Senato e la firma di Biden (attese nel weekend).
L’entità della fornitura a Kiev è ingente. Ma probabilmente non sarà in grado di cambiare il corso della guerra che sembra volgere a favore di Mosca. Nonostante le ingenti perdite accusate sul campo anche dalla Russia, il Cremlino non ha ancora scatenato la potenza di fuoco di cui dispone contro gli ucraini. Anche perché più che con loro Putin ce l’ha con quello che lui definisce il regime di Kiev e con i suoi seguaci in un contesto in cui l’Ucraina rappresenta per molti russi la “casa” dei nonni, che Putin vorrebbe trasformare in una nuova Bielorussia.