È fallito il vertice al Cairo per la pace in Medio Oriente. Al termine del summit non è stata emessa una nota congiunta dei partecipanti. Resta solo il comunicato della presidenza egiziana che appoggia la “soluzione a due Stati, palestinese e israeliano, che vivono fianco a fianco” e la “creazione di uno Stato palestinese indipendente, lungo i confini del giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale”.
Nel frattempo, le forze armate statunitensi stanno inviando altri sistemi di difesa missilistica in Medio Oriente e ordinando alle truppe di prepararsi a schierarsi, in risposta alle escalation degli ultimi giorni nella regione.
Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha dichiarato di aver “attivato il dispiegamento di una batteria Thaad (Terminal High Altitude Area Defense) e di ulteriori battaglioni Patriot in tutta la regione per aumentare la protezione delle forze statunitensi”. L’ordine alle truppe di prepararsi al dispiegamento ha lo scopo di “aumentare la loro prontezza e la capacità di rispondere rapidamente in caso di necessità”, ha dichiarato. Sia il Thaad che i Patriots sono sistemi di difesa aerea progettati per abbattere missili balistici corti, medi e intermedi.
“In seguito a discussioni dettagliate con il presidente Biden sulle recenti escalation dell’Iran e delle sue forze per procura nella regione mediorientale, ho dato ordine di compiere una serie di passi aggiuntivi per rafforzare ulteriormente la posizione del Dipartimento della Difesa nella regione”, ha dichiarato Austin in un comunicato. “Queste misure rafforzeranno gli sforzi di deterrenza regionale, aumenteranno la protezione delle forze statunitensi nella regione e assisteranno la difesa di Israele”, ha aggiunto Austin.
La tensione intanto sale in tutta l’area: secondo i media israeliani, un attacco aereo sarebbe stato condotto dall’esercito israeliano sugli aeroporti di Damasco ed Aleppo, mentre l’escalation di attacchi da parte di Hezbollah rischia di “trascinare il Libano in una guerra”, ha dichiarato l’esercito israeliano, dopo nuovi scontri a fuoco transfrontalieri che hanno fatto temere un conflitto più ampio.
Il presidente Biden e gli altri esponenti della sua amministrazione stanno esortando Israele a non condurre nessun attacco importante contro Hezbollah, sviluppo che potrebbe far entrare la potente milizia libanese, nel conflitto in corso con Hamas. È quanto scrive il New York Times, citando fonti americane e israeliane, spiegando che il timore di Washington è che falchi del governo di Benjamin Netanyahu possano spingere verso una mossa del genere.
Gli americani stanno insistendo con i loro alleati israeliani sulle difficoltà in cui si troverebbero a doversi scontrare contemporaneamente con Hamas a Sud e con Hezbollah a Nord. Senza contare la preoccupazione per il fatto che un allargamento del genere del conflitto potrebbe portare ad un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti e dell’Iran, il principale sponsor di Hezbollah. Secondo il NYT, gli americani temevano che Netanyahu potesse approvare un attacco preventivo ad Hezbollah subito dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Ma anche se ora questo allarme è rientrato, resta la preoccupazione per due scenari possibili: una reazione eccessiva da parte israeliana per i lanci di razzi dal sud del Libano, oppure l'avvio di un'operazione terrestre in Gaza particolarmente aggressiva che spingerebbe Hezbollah ad entrare nel conflitto.