I timori sull’instabilità politica in Francia sono profondi. A tal punto che la seconda economia dell’Eurozona viene ora menzionata insieme all’Italia come il tallone d’Achille dell’Ue.
I sondaggi suggeriscono che nessun singolo gruppo politico otterrà la maggioranza nelle elezioni a doppio turno del 30 giugno e 7 luglio, e crescono i timori che l’economia francese possa crollare se i centristi liberali di Macron dovessero implodere.
Ecco allora che si comincia a parlare della possibilità di nominare un ‘governo tecnico’ guidato ad esempio da Christine Lagarde (attuale presidente della Banca centrale europea) oppure da Jean Claude Trichet (ex presidente della Bce).
Macron e i suoi alleati hanno anche ventilato l’idea di costruire un’ampia coalizione che includa soggetti moderati di sinistra e di destra, ma ciò è improbabile in un panorama politico così polarizzato.
“La Francia non pratica governi di coalizione, a meno che non si tratti di coalizioni in cui tutti i partiti si trovano sullo stesso lato dello spettro politico”, ha affermato Lauréline Fontaine, docente transalpino di diritto costituzionale.
Con l’estrema destra destinata a ottenere la quota maggiore di seggi nell’Assemblea nazionale, Macron potrebbe essere costretto a rivolgersi a Jordan Bardella per formare un nuovo governo. Ma non è chiaro se il 28enne – che ha detto che non sarà “un aiutante del presidente” e che governerà solo con una maggioranza – accetterà la proposta di Macron.
Se Bardella diventasse il primo premier francese di estrema destra senza una maggioranza parlamentare, i partiti di opposizione potrebbero facilmente unirsi per approvare un voto di sfiducia e rovesciare il governo. Ecco perché, Le Pen non sembra avere fretta di accaparrarsi la carica di primo ministro per sé o per Bardella.
Nonostante la sua politica burrascosa, la Francia ha una storia di governi forti e entrerebbe in un territorio inesplorato se Macron non riuscisse a trovare un premier politico. E si ritorna così all’ipotesi dell’esecutivo tecnico (come ad esempio fatto dall’Italia nel 2012 (quando i mercati andarono in tilt) con la nomina a premier dell’ex commissario Ue Mario Monti.
Ma senza legittimità politica, un governo tecnocratico troverebbe praticamente impossibile attuare riforme cruciali o effettuare tagli al bilancio. La Francia, nel frattempo, si trova ad affrontare forti difficoltà economiche e rischia di essere sanzionata dalla Commissione Europea per il suo debito e le sue finanze.