A livello comunitario, l’Italia è il Paese con la quota più elevata di coppie tra i 25 e i 54 anni in cui il partner maschile è l’unico o il principale percettore di reddito da lavoro. L’Italia registra anche la percentuale più bassa in Europa di coppie in cui i partner percepiscono redditi simili (poco meno di un quarto del totale).
Una fotografia che riflette le diseguaglianze presenti all’interno del mercato del lavoro italiano e la divisione interna alla famiglia degli impegni di lavoro e di cura. Anche quando i due partner hanno lo stesso livello di istruzione, è comune che l’uomo prevalga come unica o principale fonte di reddito nella coppia.
Secondo il Rapporto annuale 2023 dell’Istat, nel 2021, le coppie in cui l’uomo è l’unico o il principale percettore di reddito rappresentano complessivamente poco più dei due terzi del totale.
In particolare, le coppie in cui l’uomo è l’unico a contribuire al reddito familiare sono il 29,8 per cento, il secondo valore più alto dopo il 35,2 registrato in Grecia e quasi il doppio della media europea (15,7). Inoltre, solo nel 24,3 per cento delle coppie italiane i partner percepiscono redditi simili, rispetto al 33,3 per cento a livello europeo e circa il 40 per cento nelle altre principali economie.
È altrettanto vero che in tutti i paesi la percentuale di coppie con un contributo reddituale femminile prevalente è marginale.
Tutti questi dati sono calcolati prendendo a riferimento una coppia costituita da un uomo e una donna. Si possono facilmente dedurre gli effetti ad esempio nel caso delle coppie costituite da persone dello stesso sesso.