Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha escluso un allentamento delle sanzioni contro Mosca. In tal caso, a suo modo di vedere, la Germania “sarebbe doppiamente soggetta a ricatti”, visto che la riduzione delle sanzioni contro Mosca, che ha violato il diritto internazionale “nel modo più brutale”, equivarrebbe a “un via libera a tutti coloro che calpestano i diritti umani, la libertà e la democrazia”.
E ha poi rincarato la dose. Baerbock ha aggiunto che Berlino sosterrà l’Ucraina “finché avrà bisogno di noi. E quindi, manterremo anche queste sanzioni e allo stesso tempo garantiremo che la società non sia divisa nel nostro paese”.
È proprio questo il punto. Il fatto che il ministro degli Esteri senta il bisogno di fare questa precisazione rivela che in realtà il dibattito sull’opportunità di rivedere il sistema delle sanzioni nella prima economia europea è aperto.
In effetti, sinistra (Die Linke) e destra (Alternative for Germany) hanno ufficialmente chiesto l’allentamento delle misure contra la Federazione per ridurre la pressione sull’economia tedesca, che come noto è il paese europeo più dipendente dal gas russo.
Ad alimentare il dibattito c’è anche l’Ungheria. Il primo ministro Viktor Orban sostiene che le sanzioni dell’Ue sono “dannose per l’economia europea” e “non aiutano l’Ucraina”. “Inizialmente, pensavo che ci fossimo solo sparati a un piede – ha aggiunto -. Ma ora è chiaro che l’economia europea si è sparata nei polmoni”.