Vive a Miami, ha 35 anni, figlio di una dentista e di un imprenditore, senza una rilevante esperienza politica alle spalle, ha lavorato come operatore finanziario per Goldman Sachs (la stessa banca che fu accusata di aver truccato i conti pubblici della Grecia) e, poi, ha fondato una compagnia di navigazione. È l’identikit di Stefanos Kasselakis che è appena diventato il leader di Syriza, in Grecia principale partito della sinistra e dell’opposizione.
Kasselakis, che si batte per un “efficientamento” dello Stato di stampo manageriale, si è aggiudicato le primarie di Syriza con due vittorie a sorpresa, gettando scompiglio in buona parte della dirigenza del partito. L’ex ministro delle Finanze, Euclid Tsakalotos, lo ha accusato di praticare una “post-politica” superficiale, fondata sull’effetto di immagine trasmesso dai social.
Secondo alcuni, Kasselakis è una specie di sintesi tra Tony Blair, Elly Schlein, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Ecco perché da qualcuno gli viene consigliato di stare attento a non causare una fatale scissione interna al partito. Fatto sta che Kasselakis sembra ad oggi colui che potrebbe battere con maggiore probabilità il premier Kyriakos Mitsotakis (secondo alcuni sondaggi).