È stato raggiunto l'accordo sull'Ilva da sindacati, azienda e commissari, alla presenza del vicepremier e ministro Luigi Di Maio. Si parte subito con 10.700 assunzioni. Dopo il voto referendario tra i lavoratori, che si concluderà entro il 13 settembre, l'azienda subentrerà il 15, il giorno della scadenza dell'amministrazione straordinaria.
Di Maio ha chiarito che non ci sarà Jobs Act: "I lavoratori saranno assunti con l'articolo 18 e tutti riceveranno una proposta di lavoro". Migliorato anche il piano ambientale "che porta all'accelerazione delle coperture dei parchi e a un limite fortissimo delle emissioni. Se Ilva vuole produrre 8 milioni di tonnellate di acciaio lo deve fare senza aumentare di nulla le emissioni che ci sono," ha ribadito Di Maio. La multinazionale franco-indiana prevede di spendere 2,3 miliardi di euro per aumentare le condizioni di sicurezza e ridurre l'inquinamento.
ArcelorMittal è il primo produttore al mondo di acciaio e di minerale, con oltre 260 mila dipendenti in più di 60 paesi. E, con un output che l’anno scorso ha superato i 90 milioni di tonnellate, è leader in tutti i principali mercati dell'acciaio a livello mondiale.
Circa il 38% della produzione è realizzata nelle Americhe, il 46% in Europa (soprattutto in Germania, Francia, Spagna e Polonia) e il 16% in altri paesi tra i quali Kazakistan, Sudafrica e Ucraina.
In Italia, dove fattura circa 1,5 miliardi per 783 dipendenti, ArcelorMittal è presente dal 1998, con un laminatoio (a Piombino), sette impianti di distribuzione (Torino, Monza, Marcon, Udine, Flero, Rieti, Avellino) e un centro di steel service (a Canossa). Nel 2015 il gigante dell'acciaio ha perfezionato una jont venture con il gruppo piemontese Cln. Dal sodalizio è nata ArcelorMittal Cln Distribuzione Italia con un fatturato di 650 milioni di euro, un milione di tonnellate di acciaio vendute, 3.500 clienti e 615 dipendenti.
Con l’operazione di Taranto, ArcelorMittal prevede di portare la produzione di acciaio grezzo nello stabilimento Ilva a 6 milioni di tonnellate l'anno dalle 4,5 attuali e a 9,5 entro il 2023.