Si complica la situazione di ArcelorMittal, la fabbrica dell’acciaio che a Taranto ha lo stabilimento più grande d’Europa. A poche ore dalla presentazione del nuovo piano industriale da parte del colosso al Governo, ArcelorMittal chiede ai sindacati altra cassa integrazione.
A decorrere dal 6 luglio e per un periodo presumibile di 9 settimane - spiega l’azienda in una lettera alle sigle metalmeccaniche - potrà interessare sino ad un massimo di 8.157 dipendenti, distinti tra quadri, impiegati e operai, che costituiscono l’intero organico aziendale.
Dura la reazione dei sindacati. “ArcelorMittal non va assolutamente bene” dichiara Biagio Prisciano, segretario Fim Cisl. Francesco Brigati, segretario Fiom Cgil: “Quest’azienda ci prende per i fondelli”. E Antonio Talò, segretario Uilm, aggiunge: “Va accompagnata alla porta”.