Alitalia è costata al Paese e ai suoi contribuenti 12,6 miliardi di euro, di cui 3 sono quelli che l’attuale Governo ha messo nelle casse per il suo rilancio attraverso una doppia nuova compagnia.
Non esiste un piano industriale come si evince dallo stesso decreto legge “Rilancio”, infatti, quest’ultimo aggiunge gli ulteriori 3 mld e al contempo chiede alla compagnia aerea di stilare un piano facendo implicitamente capire che non vi è ancora una strategia.
La costituzione del nuovo vettore attende un decreto del ministro dell’Economia Gualtieri, prima di allora non esisterà alcuna nuova compagnia.
Ma i fasti di un tempo restano comunque lontani. La ricchezza massima di Alitalia è stata raggiunta nel 1998 quando la proprietà della compagnia di bandiera era nelle mani dell’Iri al 53%: lo stesso Iri che ha venduto l’Ilva e molte altre società italiane prima di proprietà dello Stato.
In quel periodo Alitalia aveva una dotazione pari a 1.817 miliardi e poteva contare su 160 aerei, contro i 112 di oggi, e i dipendenti erano 18.360 (ora 11.132).
E, secondo uno studio di Mediobanca, lo Stato italiano ha immesso nelle casse di Alitalia dal 1974 a oggi 12,6 miliardi di euro. Tutti andati persi, eccetto gli ultimi tre.