A chiudere il primo gap in regione è una piattaforma di spettacoli teatrali on demand, un fatto simbolico e non certo casuale nell’era del Covid, del distanziamento sociale, della fruizione a distanza di tutto ciò che prima accadeva in modalità “live”.
Piccola realtà che entra nel registro delle imprese a fine mese e che proprio sul filo di lana va a pareggiare in modo decisamente inatteso il numero di start-up avviate in regione. Erano state 59 a giugno 2019, sono esattamente 59 a giugno 2020.
Un piccolo evento, che tuttavia segnala il ritorno alla normalità almeno nei tasselli di base dell’innovazione, nella volontà di avviare attività imprenditoriali innovative. Spinta che appena pochi mesi fa era invece stata annichilita, in parte dall’impossibilità fisica di accedere agli uffici e alla burocrazia, soprattutto dai timori nell’avviare un nuovo business mentre attorno a noi tutto quanto sembra vacillare.
La caduta della “vocazione” innovativa è evidente guardando gli ultimi dati: a marzo le start-up registrate in regione erano state 57, il 25% in meno; ad aprile il crollo era stato del 70%, a maggio del 29%.
Riprende così vigore il motore hi-tech dell’intero Paese, con la Lombardia a rappresentare da sola il 27% delle start-up nazionali.
La Lombardia riparte anche da qui, dalla voglia di fare impresa, pur nelle enormi difficoltà del momento.