Lo scorso anno quasi una persona su cinque con un lavoro dipendente ha lavorato in un ambito caratterizzato da bassi salari in Germania, ovvero sotto i 12,5 euro lordi l’ora. In termini assoluti, parliamo di circa 7,5 milioni di posti di lavoro.
Una cifra alta ma in diminuzione. Il numero di posti di lavoro a bassa retribuzione è diminuito di 514.000 rispetto ad aprile 2018 (quando erano pari a 8 milioni), secondo l’Ufficio federale di statistica (Destatis), scendendo dal 21 al 19 per cento degli occupati totali nella locomotiva d’Europa. E il divario retributivo tra lavoratori a bassa e alta retribuzione è rimasto pressoché invariato.
Tutto ciò in un Paese che ha introdotto il salario minimo nel 2015 fissandolo a 8,50 euro lordi l’ora. Strumento che negli anni successivi è stato poi ripetutamente aumentato: ad ottobre 2022, l’attuale governo in carica lo ha portato da 10,45 a 12 euro (dal 2024 ulteriore ritocco a 12,41 e dall’anno successivo a 12,82 euro). Sono, al momento, 6 i milioni di lavoratori che si posizionano al livello del salario minimo.
Numeri che nel loro complesso dimostrano due fatti concreti: la Germania continua ad aumentare la soglia del salario minimo; l’introduzione di questa misura ha ridotto il numero di lavoratori con un basso salario.