Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua. Lo chiede un panel, formato da 11 capi di stato e organizzato congiuntamente da Onu e Banca mondiale. L’auspicio è un cambiamento radicale nel modo in cui le risorse idriche sono utilizzate a livello globale.
Secondo il rapporto Onu-Banca mondiale, il 40% della popolazione mondiale è colpita dalla scarsità d’acqua. Per andare alla ricerca di quest’ultima 700 milioni di emigranti potrebbero decidere di spostarsi entro il 2030. Più di due miliardi sono le persone costrette a bere in modo in sicuro, in 4,5 miliardi non hanno servizi igienici sanitari adeguati e circa l’80% degli scarichi reflui sono riversati direttamente nell'ambiente.
La crudezza dei numeri è sintetizzata nelle parole del presidente della Banca mondiale, Jim Yong Kim: “Il mondo non può più permettersi di dare l’acqua per scontata”.
Per invertire la rotta gli 11 paesi del panel (Australia, Bangladesh, Giordania, Mauritius, Messico, Paesi Bassi, Perù, Senegal, Sud Africa, Tagikistan, Ungheria) chiedono il raddoppio degli investimenti nelle infrastrutture idriche entro i prossimi cinque anni.
Giusto in tempo prima che la situazione precipiti.