Garantire il massimo gettito possibile nel 2024, perché servono risorse per una manovra di bilancio difficile, e nello stesso tempo alleggerire il peso per le banche. Il governo potrebbe aver trovato la soluzione per raggiungere entrambi gli obiettivi. Il tal modo si placherebbero i malumori nella maggioranza, l’irritazione delle banche, e forse anche le preoccupazioni di Bankitalia e Bce.
La soluzione per le banche passerebbe attraverso il credito di imposta. A fronte del pagamento della nuova tassa, a metà del prossimo anno, alle banche verrebbe riconosciuto un credito di imposta di un valore pari, o di poco inferiore, che gli istituti potrebbero utilizzare negli anni successivi per compensare le normali imposte da pagare.
Il credito di imposta potrebbe avere una durata di cinque o dieci anni, e ancora da valutare è la misura dello stesso, se pari al 100 per cento del prelievo sugli extraprofitti o ad una quota inferiore. Una sorta di tassa elastica, che oggi si paga e domani si rimborsa. All’esecutivo questo meccanismo garantirebbe l’incasso delle (agognate) risorse attese per il 2024, circa 3 miliardi di euro.
La deducibilità del prelievo dall’imponibile fiscale del 2024, altra strada inizialmente ipotizzata, è stata scartata proprio perché avrebbe portato l’anno prossimo meno gettito di quanto necessario nelle casse dello Stato.