“La luna di miele tra il governo italiano e i mercati è finita”

La dura (e realista?) analisi del Financial Times

“La luna di miele tra il governo italiano e i mercati è finita”

“La luna di miele è finita”. È chiaro il giudizio del Financial Times (Ft) sul rapporto tra il governo Meloni e i mercati finanziari. Le incertezze sulla legge di Bilancio, sull’attuazione del Pnrr, il decreto legge sugli extraprofitti delle banche, ma anche l’introduzione di un tetto sul prezzo dei biglietti aerei sono tutti elementi che stanno facendo salire la tensione tra gli investitori internazionali. 

Citi, Goldman Sachs e Morgan Stanley stimano ora una pressione crescente sul debito italiano. Non a caso, lo spread tra Btp decennali e Bund sta tornando a salire. Nel frattempo, l’assenza di Giorgia Meloni al Forum Ambrosetti di Cernobbio (agli inizi di settembre) non è passata inosservata.

C’è preoccupazione diffusa negli ambienti finanziari, specialmente dopo il parere legale della Banca centrale europea contro la misura sull’extragettito delle banche. E poco importa se per il primo anno Meloni e il suo esecutivo hanno mostrato prudenza di bilancio e un inaspettato europeismo sui conti pubblici. 

Ora - secondo il Ft - la prossima Finanziaria dovrà per forza essere condotta con coperture ridotte. Sia per l’anno in corso sia per il prossimo, il Bel Paese si ritroverà a pagare interessi passivi sul debito per oltre 100 miliardi di euro. E la previsione di Citi e Morgan Stanley è che lo spread arrivi oltre i 210 punti base nel primo trimestre del 2024. 

Un quadro reso ancora più complesso dal fatto che la Bce, da ottobre, ridurrà ancora la presenza dei titoli di Stato (Btp) in portafoglio. La stretta sul bilancio di Francoforte sarà continua, e sarà accelerata, come del resto ha lasciato intendere la presidente Christine Lagarde a luglio.

Ci sono poi altri due elementi centrali. Primo, il nuovo Patto di stabilità. Le trattative si fanno più serrate in vista di gennaio, quando dovrebbero partire le nuove regole, rispetto alle quali Roma chiede più flessibilità.  Secondo, la ratifica della modifica al trattato del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). L’Italia è l’ultimo Paese che manca alla lista, e questo è un fattore che incide sulla credibilità a livello finanziario.

Infine, il deficit, destinato a essere rivisto al rialzo nella prossima Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef) a fine mese. Sono tutti fattori che mettono in cattiva luce l’Italia, secondo Ft. A ciò si aggiunga che, finito l’effetto del Superbonus sul Prodotto interno lordo (Pil) del 2022, per l’anno corrente ci sarà un marcato rallentamento dell’attività economica, già zavorrata da un debito pubblico da oltre 2.850 miliardi di euro.

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