Tra gli 8 mila italiani residenti nel Principato di Monaco c’è anche il tennista altoatesino Jannik Sinner. Nulla di proibito, intendiamoci. Basta iscriversi all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) e vivere davvero nei luoghi dove è stata dichiarata la residenza fiscale.
Per quanto riguarda Monaco, tasse non se ne pagano. È ovviamente questa la vera ragione per la quale gli italiani di Montecarlo hanno scelto il piccolo Stato da 39 mila abitanti, spalmato su una superficie di due chilometri quadrati.
Il primo passo è prendere la residenza e ottenere così la carta di soggiorno monegasca. I requisiti sono tre: affittare o acquistare una casa a Monaco e l’obbligo di aprire un conto corrente bancario (depositando una somma di denaro non inferiore ai 500mila euro).
Il terzo riguarda l’identità e la “moralità” del richiedente (che viene dimostrata attraverso una serie di certificati che spaziano dal passaporto alla copia del casellario giudiziario).
Per quanto riguarda l’immobile, nel caso dell’affitto, il contratto non deve essere inferiore ai 12 mesi. Nel caso dell’acquisto, invece, serve la copia del certificato notarile di proprietà.
Detto ciò, vendiamo alla parte più interessante: Monaco non applica alcuna imposta sul reddito, sulle plusvalenze o sul patrimonio delle persone fisiche. Chi vive nel piccolo Stato, inoltre, non paga alcuna imposta sugli immobili.
Anche dal punto vista dell’eredità, a Monaco solo vantaggi: la successione diretta genitore-figlio o tra coniugi per beni posti all'interno del Principato, infatti, non è tassata.
Anche le società con sede legale nel Principato beneficiano di una tassazione vantaggiosa. In conformità con il diritto dell'Ue, le società monegasche sono soggette all’Iva.
Ma a parte questo, non esistono imposte sugli utili per quelle che operano un’attività industriale o commerciale nel Principato. Le società che, invece, generano fatturati oltre il 25 per cento fuori dai confini monegaschi, sono soggette all’imposta sul reddito (pari attualmente al 25 per cento).