L’olio di oliva è un ingrediente irrinunciabile della dieta mediterranea. Ma è una passione che ci costa cara, tanto da contribuire negativamente al saldo della nostra bilancia commerciale: in pratica, importiamo molto più di quanto esportiamo. A metterlo in rilievo è stato un report dell’Area Studi Mediobanca.
L’Italia è ancora il primo mercato mondiale dell’olio d’oliva, ma non è il primo produttore. In prima posizione c’è la Spagna che assicura due terzi della produzione mondiale contro solo il 12% dell’Italia. Al primato produttivo gli spagnoli associano anche quello dell’export: Madrid vende all’estero il corrispettivo in valore di 4,5 miliardi di euro; l’Italia si ferma a 2.
Ma visto che al peggio (in questo caso) non sembra esserci fine, il Belpaese è al contempo il più grande Stato importatore a livello globale. E da chi lo acquistiamo? Per il 42% dalla Spagna, per il 39% dalla Grecia e per il 10% dalla Tunisia. Il risultato è che la nostra bilancia commerciale è in disavanzo strutturale di circa 315 milioni nel biennio 2022-23.