Chi nasce a Bolzano potrà beneficiare di quasi 14 anni in più (13,7 per l’esattezza) di vita in buona salute di chi invece nasce in Basilicata: gli altoatesini in media raggiungono infatti i 66,5 anni di vita senza malattie contro i 52,8 invece dei lucani. Eccola una delle diseguaglianze sanitarie più evidenti che emerge dall’ultimo rapporto Bes dell’Istat che fotografa differenze nella salute, difficili da accettare in un Paese dove il Servizio sanitario nazionale dovrebbe garantire lo stesso livello di cure in tutto il Paese.
A pesare sono tante variabili a cominciare dagli stili di vita come la sedentarietà e l’alimentazione che influiscono sulla salute degli italiani, ma la frattura tra Nord e Sud resta sempre troppo grande. E si vede anche nella speranza di vita visto che a Trento l’attesa media è pari a 84,6 anni, 3,2 anni in più rispetto alla Campania (la media italiana si è attestata a 83,1 anni).
Nel 2019, anno che precede la pandemia, nella graduatoria dei Paesi Ue l’Italia con una speranza di vita alla nascita pari a 83,6 anni si collocava al secondo posto dopo la Spagna (84), nel 2022 è invece risultata quarta con 82,8 anni, dopo Spagna (83,2), Svezia (83,1) e Lussemburgo (83); mentre ai livelli più bassi della graduatoria si conferma anche nel 2022 la Bulgaria (74,2 anni), seguita da Lettonia (74,5) e Romania (75,1).