Jacques Delors, presidente della Commissione europea per dieci anni (1985-95), è morto il 27 dicembre a Parigi. Aveva 98 anni. L’uomo della seconda costruzione europea dopo i padri fondatori, che ha gettato le basi dell’unione monetaria, dell’euro, se n’è andato lo stesso giorno del tedesco Wolfgang Schäuble, il falco dell’austerity, storico presidente della Cdu e rigido ministro delle finanze.
È stato anche il padre degli accordi di Schengen, che hanno permesso la libera circolazione delle persone. Gli studenti gli devono Erasmus.
Delors, che aveva lavorato alla Banque de France e al Commissariato al Piano, veniva dal sindacalismo cattolico (Cftc). La sua eredità è l’Istituto Jacques Delors, oggi presieduto da Enrico Letta.
Per Pascal Lamy, ex commissario europeo ed ex presidente della Wto, Delors “aveva una visione e un metodo che hanno rilanciato l’integrazione come progetto storico”, “resterà come uno dei pensatori che hanno costruito l’Europa, ne è stato contemporaneamente l’architetto e il muratore”.
Allo stesso tempo, Delors aveva ripetutamente messo in guardia sulle difficoltà dei ritardi nella costruzione europea. Sulle difficoltà di una “moneta unica senza coordinamento della politica economica”. E aggiungeva: “L’economia non funziona senza il sociale”, pur mettendo avanti la prudenza: “Non possiamo redistribuire una ricchezza che non abbiamo prodotto”.