Dalle banche 3.260 miliardi alle fonti fossili in cinque anni

Lettera aperta degli economisti

Dalle banche 3.260 miliardi alle fonti fossili in 5 anni

A pochi giorni dalla Cop26 da una parte del mondo economico arriva la richiesta ai regolatori perché anche la finanza sia “costretta” a fare la sua parte sul cambiamento climatico. Ad andare in pressing in tal senso sono accademici e organizzazioni della società civile, tra le quali Fondazione Finanza Etica, al fianco di Finance Watch e The Sunrise Project, con una lettera messa a punto dagli economisti Adam Tooze, Ann Pettifor e Stephany Griffith-Jones.

“Una debole regolamentazione – spiegano - aggrava il danno prodotto dagli 1,31 milioni di euro al minuto in investimenti diretti e sgravi fiscali che i governi garantiscono all’industria delle fonti fossili”. Per questo auspicano norme più severe per scoraggiare gli investimenti nell’energia fossile e chiedono che per ogni euro prestato, gli istituti ne debbano accantonare un altro. Intanto il fondo pensioni olandese Abp annuncia di disinvestire 15 miliardi dai fossili.

Lo scenario a breve termine tuttavia non lascia presagire cambiamenti radicali. Il premier britannico esprime la sua valutazione sull’esito dell’importante appuntamento della Cop26, in programma dal 31 ottobre a Glasgow. “La riuscita della conferenza internazionale sul clima è incredibilmente importante per il futuro del pianeta, ma anche estremamente difficile”, ha detto Boris Johnson.

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