Lo Stato tedesco stoppa la vendita della partecipazione residua in Commerzbank, dopo la cessione di un primo pacchetto di azioni a Unicredit, che era salito al 9% con l’obiettivo di incrementare ulteriormente la proprio quota nell’istituto tedesco.
A prendere la decisione (il 19 settembre) è stato il comitato direttivo del Fondo di stabilizzazione dei mercati finanziari, che ha precisato come il provvedimento include anche le operazioni relative a eventuali riacquisti di azioni da parte della stessa banca.
Il governo tedesco ha così deciso, con un colpo di scena, di non vendere, per il momento, altre quote del pacchetto del 12% che detiene nell’istituto tedesco.
La mossa della Cancelleria va incontro alle richieste del sindacato dei Verdi, che chiedevano di non vendere e di preservare l’indipendenza dell’istituto. Così come rassicura i dipendenti preoccupati per le eventuali ricadute occupazionali (date per molte probabili dai media tedeschi).
Unicredit dalla sua sembra(va) avere la Bce, che è a favore delle fusioni transfrontaliere come ha ribadito il vice presidente, Luis de Guindos. Ma, a questo punto, la probabilità che Unicredit incrementi la propria quota si riduce (quantomento secondo la testata autorevole Handelsblatt).