La Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse invariati, ma ha lasciato intendere che probabilmente altri rialzi saranno adottati quest'anno se l'economia continuerà a rafforzarsi.
Per il 2018 la Fed prevede che l'economia domestica continuerà ad espandersi ad un ritmo "moderato" e l'inflazione si avvicinerà all'obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale, un cambiamento radicale dopo anni di bassa inflazione.
I tassi di interesse sono compresi tra 1,5% e 1,75%, il livello più alto dell’ultimo decennio. E gli effetti si fanno già sentire per le piccole imprese e per gli statunitensi che hanno un mutuo a tasso variabile oppure hanno acquistato un’auto. Nonostante ciò i tassi restano ancora molto bassi rispetto agli inizi degli anni '90 e del nuovo millennio, quando erano superiori al 4%.
La Fed, sotto la guida del nuovo presidente Jerome Powell, sta percorrendo una strada tortuosa, in quanto la banca centrale vuole incoraggiare la crescita, ma deve fare attenzione a non surriscaldare troppo l’economia. La ripresa globale e i tagli alle tasse di Trump stanno facendo salire i prezzi. Ma secondo le previsioni l’inflazione dovrebbe stabilizzarsi entro il 2020.
Anche il mercato azionario è in ripresa, ma si avvicina il rischio di una nuova recessione. L’inflazione è prossima all'obiettivo ed è probabile che rimanga intorno al 2% anche nel 2019, un potenziale segnale che la Fed probabilmente aumenterà i tassi nella prossima riunione di giugno.
La Fed prevede che rialzerà i tassi almeno altre due volte quest'anno. Molti a Wall Street pensano che l'economia stia accelerando così rapidamente che la Fed dovrà farli salire altre tre volte nel 2018. Powell dovrà trovare un delicato punto di equilibrio tra i rischi di surriscaldamento dell'economia per il 2018 e quelli recessivi per il 2019.