Pelé è scomparso all’età di 82 anni. Aveva una voce profonda e cavernosa da contrabbasso, e quel suono usciva da un corpo per nulla impressionante, un metro e settanta di altezza e 75 chili di peso.
Ma si trattava di un’illusione ottica, perché la struttura fisica di Edson Arantes do Nascimento rappresentava invece l’assoluta perfezione: gambe ipertrofiche, potenza in ogni gesto e insieme agilità, equilibrio sublime (sono le efficaci parole utilizzate da Maurizio Crosetti su Repubblica per descriverlo).
Pelé è stato il più grande nel calcio. Suo il record di gol segnati: 1.281 in 1.363 partite. Un mito sportivo diventato il simbolo del riscatto dalla povertà che invece continua ad attanagliare il suo paese, quel Brasile dalle innumerevoli potenzialità che se da un lato è la prima economia sudamericana, dall’altro resta un paese dilaniato dalla disuguaglianza.