L’Europa sta tentando l’impossibile per liberarsi dal gas russo. Ma il conto da pagare aumenta di giorno in giorno (in termini economici ma anche ambientali), nonostante le quantità siano in drastica diminuzione. E allo stesso tempo, paga a prezzi elevati anche l’Lng, il gas liquefatto proveniente perlopiù dagli Stati Uniti.
È così che l’Europa è diventata la gallina dalle uova d’oro per i produttori e i distributori statunitensi: d’altronde i prezzi sono schizzati nel Vecchio continente così tanto da far cambiare rapidamente rotta alle navi in partenza dagli Usa.
Uno dei paradossi è che il metano Usa è lo ‘shale gas’. Ovvero quello prodotto attraverso il fracking, una procedura invasiva che consiste nella perforazione degli strati rocciosi sotterranei attraverso getti di acqua (addizionata con alcune sostanze chimiche) che fanno fuoriuscire il gas intrappolato nelle rocce, producendo gravi effetti ambientali e perfino, secondo alcuni studi, causando terremoti.
L’aspetto più assurdo è che il fracking è vietato nell’Ue, ma i paesi europei lo importano dagli Usa. Peraltro, come detto, a un prezzo salatissimo che gonfia le tasche dei colossi energetici e tende a svuotare però quelle degli americani: anche negli Usa il prezzo di petrolio e gas sono infatti schizzati verso l’alto.
Ma la lista dei paradossi non è finita: anche una parte dell’incremento della fornitura di gas algerino nei prossimi anni sarà reso possibile attraverso il fracking. Infatti, il paese nordafricano ha una capacità produttiva relativamente limitata. E aumentarla richiede tempo. Un tempo troppo lungo per l’Europa.
Contraddizioni e paradossi che evidenziano quanto la liberazione dell’Europa dall’economico gas russo è di fatto una missione impossibile. Ciò si specchia anche in un rovescio della medaglia: è vero che per la Russia un mercato come quello europeo in termini di volumi non è al momento sostituibile.
Ecco perché molti economisti ritengono che le sanzioni imposte dall’Occidente stiano paradossalmente gonfiando le entrate russe, ma il quadro su vincenti e perdenti diviene più incerto nel medio e lungo periodo.
Tornando all’Europa, il quadro sin qui delineato apre l’unica via possibile: abbandonare il ricorso massivo alle fonti fossili – a tal proposito alcuni studi evidenziano che il gas estratto attraverso il fracking sia più inquinante della fonte più sporca per eccellenza (il carbone) – e accelerare sulla transizione energetica.