Sviluppo delle competenze per adattarsi al cambiamento, accelerare il piano triennale per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, incentivare la trasformazione delle imprese, sviluppare reti 5G e banda ultralarga. Sono i quattro punti della proposta presentata da Confindustria Digitale.
Dal punto di vista dello stato di attuazione dell'Agenda digitale, nell'Ue l’Italia era 25° nel 2014. Nel 2019 la posizione era ancora lontana dai principali competitors europei: 24°.
"Un andamento che si dimostra incapace di colmare il gap digitale del Paese e modificare il trend di crescita - ha evidenziato il presidente di Confindustria Digitale, Cesare Avenia - Dobbiamo necessariamente cambiare approccio e fare della trasformazione digitale una misura strutturale per la crescita economica".
La spesa pubblica sul digitale in Italia è di 85 euro per cittadino, a fronte dei 186 euro registrati dalla Francia, 323 dal Regno Unito e 207 dalla Germania. Per colmare la differenza, secondo Confindustria, il nostro Paese dovrebbe raddoppiare gli investimenti pubblici per 10-11 miliardi di euro l'anno.
"Da una parte - ha spiegato Avenia - lo Stato deve investire di più e meglio sull'innovazione digitale, facendo da volano agli investimenti privati. Dall'altra, le sorti dei progetti di trasformazione digitale vanno separate dall'alternanza politica dei governi nazionali e locali".