Se l’industria del cemento fosse un paese sarebbe il terzo al mondo per emissioni, dopo Cina e Stati Uniti

Intrappolare l’anidride carbonica nel cemento è la soluzione? Secondo alcuni, la via è rendere il cemento più ‘verde’. Abbastanza verde da far sì che assorba l’anidride carbonica anziché rilasciarla nell’atmosfera

L’industria del cemento è il terzo ‘paese’ al mondo per emissioni

Il calcestruzzo fu messo a punto dai romani, e il loro lascito è ancora visibile nella magnifica copertura del Pantheon, la più grande cupola al mondo in calcestruzzo non armato. Da quando fu completato intorno al 125 avanti Cristo dall’imperatore Adriano, di calcestruzzo ne è stato versato moltissimo – attualmente circa trenta miliardi di tonnellate all’anno – per costruire edifici, strade, ponti, dighe e altre strutture. Oggi è il materiale per l’edilizia più diffuso sul pianeta e la domanda è in crescita.

Il problema è che l’ingrediente fondamentale del calcestruzzo, il cemento (polvere di silicati a cui aggiungere sabbia, ghiaia e acqua per ottenere il calcestruzzo), è responsabile di un’enorme quantità di emissioni di gas serra: i 5 miliardi di tonnellate di cemento prodotti ogni anno rappresentano l’8% delle emissioni mondiali di anidride carbonica (CO2) legate alle attività umane. Se l’industria del cemento fosse un paese, sarebbe il terzo al mondo per emissioni dopo Cina e Stati Uniti.

Al momento esistono poche alternative pratiche al calcestruzzo e i principali utilizzatori di calcestruzzo, in particolare la Cina che produce oltre la metà del cemento mondiale, non ne faranno a meno in tempi brevi. Cosa fare? Per alcuni, la via è rendere il cemento più ‘verde’. Abbastanza verde da far sì che assorba l’anidride carbonica anziché rilasciarla nell’atmosfera. Complessivamente, per ogni tonnellata di cemento fresco ne viene rilasciata quasi una di CO2.

Secondo uno studio condotto da Paul Fennell con i colleghi dell’Imperial College di Londra, dal momento che con la calcinazione è inevitabile che si generi CO2, l’approccio più efficace per decarbonizzare l’industria del cemento sarebbe la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica prima che sia immessa nell’atmosfera. Sì, ma come? Potrebbe ad esempio essere iniettata nel calcestruzzo quando viene miscelato con l’acqua per favorire le reazioni chimiche che provocano l’indurimento del cemento (polimerizzazione). La CO2 ha un effetto simile e si ferma allo stadio di carbonato di calcio.

Invertire il processo di calcinazione in questo modo rende il calcestruzzo più resistente rispetto a quando si usa solo l’acqua. Così è possibile ridurre le emissioni legate alla realizzazione di una determinata opera e usare anche meno cemento, andando ad abbattere ulteriormente le emissioni complessive.

Il colosso della consulenza McKinsey valuta che la calcinazione inversa potrebbe catturare fino al 5% delle emissioni prodotte dal cemento, e con l’evoluzione della tecnologia si potrebbe arrivare al 3%. Se ciò si verificasse, si potrebbe lasciare al mondo un’eredità forse importante quanto quella dei romani.

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