Per il quadriennio 2020-2024, la Commissione europea ha fissato sei obiettivi politici al fine di promuovere una crescita economica sostenibile e inclusiva.
Tra tali obiettivi, emergono il Green Deal europeo, che mira alla neutralità climatica entro il 2050, e il rafforzamento e la regolamentazione dell’apparato digitale.
La ricerca e l’innovazione sono un fattore chiave per il raggiungimento di ciascuno di tali obiettivi. In linea con questa strategia, sono stati avviati progetti mirati a garantire una spesa adeguata nel settore della ricerca in tutti i paesi europei.
Tuttavia, una recente indagine dell’Eurostat ha rivelato che in molti Stati europei, nel 2022, la spesa in ricerca e sviluppo aziendale per abitante era ancora contenuta.
I dati raccolti non tengono conto delle spese in ricerca e sviluppo da parte del settore pubblico e del settore privato no-profit, ma si concentrano solo sulle somme investite dalle aziende.
In media nell’Ue, secondo le stime provvisorie, la spesa in ricerca e sviluppo aziendale è stata pari a 535 euro per abitante, in aumento di circa 37 euro rispetto al 2021.
Gli Stati più virtuosi sono risultati quelli del Nord Europa: sono le aziende islandesi, in particolare, a spendere di più in ricerca e sviluppo (1.364 euro per abitante), seguite da quelle di Svezia (1.349), Belgio (1.195), Danimarca (1.152), Austria (1.098), e Germania (893).
Tuttavia, ben 17 paesi registrano valori di spesa inferiori alla media europea. Tra questi figura anche l’Italia, con una spesa aziendale in ricerca e sviluppo aziendali di circa 257 euro per abitante (ben meno ad esempio della Francia il cui valore si attesta a 557) . Le cifre più basse in assoluto sono state rilevate in Bulgaria (64 euro per abitante), in Lettonia (58), e in Romania (43).
