Un esperimento condotto alla Columbia University di New York dimostra che anche nelle macchine è possibile accendere una scintilla di empatia.
Una ‘coppia di silicio’ aveva l’obiettivo di raggiungere delle macchie verdi disposte su un tavolo, simbolo del cibo. Uno dei due robot si trovava in alto e poteva spaziare con lo sguardo su un tavolo. L’altro si muoveva direttamente sul tavolo, ma alcuni ostacoli bloccavano il suo sguardo.
Il robot osservatore riusciva a capire quando il suo compagno non aveva la possibilità di raggiungere il cibo. In oltre il 98% dei casi ha previsto i suoi movimenti, semplicemente osservando le difficoltà del suo compagno per circa due ore.
Il risultato indica che anche i robot sono in grado di mettersi nei panni degli altri, di capire il loro stato d’animo, di considerare quali sono le informazioni in loro possesso e di anticiparne i comportamenti futuri. Una delle caratteristiche della cosiddetta ‘teoria della mente’, propria degli esseri umani.
In futuro i robot capaci di provare empatia potrebbero imparare a interagire meglio fra loro e con l’uomo, ad esempio assistendo persone disabili o cooperando come una squadra.