Il dipartimento statunitense dell’Energia si appresta ad annunciare (martedì 13 dicembre) che gli scienziati sono stati in grado, per la prima volta nella storia, di produrre una reazione di fusione nucleare che genera più energia di quella necessaria per innescarla.
Lo scrive il Washington Post parlando di “una pietra miliare nella decennale e costosa ricerca per sviluppare una tecnologia che fornisca energia illimitata, pulita ed economica”. Ma ci vorrebbero comunque probabilmente alcuni decenni prima di riuscire a ‘metterla in produzione’.
La scoperta sarebbe avvenuta presso la National Ignition Facility ospitata nel Lawrence Livermore National Laboratory, in California. Alcuni ricercatori (al momento anonimi), interpellati dal Washington Post, hanno confermato le anticipazioni.
Lo scopo della ricerca sulla fusione è replicare la reazione nucleare attraverso la quale si crea l’energia sul Sole. Finora gli esperimenti avevano deluso le aspettative, visto che erano riusciti a innescare la fusione, ma impiegando, per ottenerla, molta più energia di quanto poi ne rilasciasse la reazione stessa.
Ciò quindi significa che abbiamo risolto il problema del cambiamento climatico? Come già accennato, affinché il sogno diventi realtà (e si passi alla fusione nucleare), occorre perfezionare l’ingegneria dei reattori e poi costruirli. Mentre la fisica della fusione sembra ben compresa, le sfide ingegneristiche coinvolte nella creazione di un reattore funzionante sono enormi e i costi sono al momento incredibilmente alti.
E c’è bisogno di tempo. Il che fa a cazzotti con la necessità di contenere il più rapidamente possibile il cambiamento climatico. Per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C , il mondo deve ridurre le emissioni di carbonio del 43% entro il 2030. È dunque impossibile che la nuova scoperta (se confermata) possa toglierci le castagne da fuoco (quantomeno nel breve e medio periodo).