Amazon, Google e Microsoft hanno recentemente stretto accordi con operatori e sviluppatori di centrali nucleari per alimentare il boom dei data center, che forniscono servizi di elaborazione dati a piccole e grandi aziende.
La domanda è accelerata a causa dei grandi investimenti che queste e altre aziende tecnologiche stanno facendo nell’intelligenza artificiale, che richiede molta più potenza rispetto alle aziende tecnologiche più convenzionali come i social media, lo streaming video e le ricerche sul Web.
Microsoft ha accettato di pagare una società energetica per rilanciare la centrale nucleare chiusa di Three Mile Island in Pennsylvania. E nei giorni scorsi, Amazon e Google hanno dichiarato di volersi concentrare su una nuova generazione di piccoli reattori modulari.
Le grandi aziende tecnologiche, che in precedenza avevano investito parecchio nell’energia eolica e solare, ora stanno gravitando verso il nucleare perché vogliono energia disponibile 24 ore su 24, possibilmente, eliminando o quantomeno riducendo le emissioni di gas serra.
L’energia eolica e solare non contribuiscono al cambiamento climatico, ma non sono disponibili in ogni momento senza l’aiuto di batterie o altre forme di accumulo di energia.
Le più grandi aziende tecnologiche hanno tutte preso impegni per alimentare le loro attività con energia priva di emissioni entro il 2030, ma quegli impegni sono arrivati prima del boom dell’intelligenza artificiale, che ha richiesto più energia e che ha, quindi, scombinato i piani.
In ogni caso, le aziende tecnologiche non sono le sole a sostenere l’energia nucleare. Il presidente Biden ha recentemente firmato una legge approvata da maggioranze bipartisan al Congresso che dovrebbe accelerare lo sviluppo di nuovi progetti di energia nucleare.
L’amministrazione statunitense considera l’energia nucleare, che attualmente fornisce circa il 20% dell’elettricità necessaria alla prima economia al mondo, fondamentale per i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. Si tratta di un cambiamento rispetto al passato, quando molti democratici si opponevano a nuove centrali nucleari per motivi di sicurezza, ambientali ed economici.
Con 94 reattori nucleari attivi, gli Stati Uniti gestiscono più unità di qualsiasi altro Paese, ma solo due sono state costruite qui negli ultimi decenni.
I critici dell’energia nucleare sono, tuttavia, scettici. Sostengono che la proposta delle aziende tecnologiche non affronta i problemi dell’energia nucleare, l’alto costo dei nuovi reattori, i ritardi nella costruzione e la mancanza di un sito di stoccaggio permanente per il combustibile nucleare esaurito.