I confini tra biologia e tecnologia diventano più sfumati, grazie ai primi elettrodi organici fatti crescere direttamente nel cervello e in altri tessuti viventi di pesci zebra e sanguisughe. Il risultato, raggiunto da tre atenei svedesi e pubblicato su Science, apre a un futuro di circuiti elettronici completamente integrati nell’organismo, per curare malattie del sistema nervoso e per sviluppare le interfacce di prossima generazione tra uomo e macchina.
La bioelettronica convenzionale, caratterizzata da un design rigido e non modificabile, risulta difficilmente integrabile nei sistemi biologici. Per ovviare al problema, i ricercatori hanno sviluppato un materiale morbido e in grado di condurre l’elettricità composto da enzimi, che si può iniettare sotto forma di gel (gli animali non sono stati feriti né influenzati in alcun modo dall’iniezione del gel e dalla formazione dei circuiti elettrici).
Il contatto con le sostanze del corpo cambia la struttura del gel e lo rende elettricamente conduttivo. Inoltre, modificando le molecole presenti nel materiale, i ricercatori sono anche riusciti ad aggirare le difese del sistema immunitario, inducendolo a non attaccarle.