Audi chiude e licenzia a Bruxelles: scontri in fabbrica, dirigenti sequestrati, interviene la polizia

La casa automobilistica tedesca avvia la “procedura Renault” e sposta la produzione in Messico

Audi chiude e licenzia a Bruxelles

Clima teso e scontri, a Bruxelles, in uno stabilimento Audi di cui la casa automobilistica tedesca ha già deciso la chiusura. Nella sede aziendale era in programma (il 13 novembre) un incontro con i sindacati per negoziare il piano sociale che accompagnerà i licenziamenti (torneremo su questo punto verso la fine del post): il vertice è finito con i dirigenti sequestrati nello stabilimento e accompagnati fuori dalla polizia.

I rappresentanti dei lavoratori hanno presentato una controproposta che è stata respinta dalla direzione. A quel punto, la polizia è arrivata sul posto con manganelli, elmetti e scudi. Ci sono stati momenti di tensione con gli operai. 

Proteste che in questo caso non modificheranno le decisioni prese. Dopo gli annunci di Volkswagen in Germania, anche Audi infatti ha da tempo optato per la chiusura definitiva dell’impianto di Bruxelles a partire dal 28 febbraio 2025. Fino all’ultimo giorno di apertura i lavoratori non saranno licenziati. Ma è comunque un altro duro colpo per l’industria automobilistica tedesca.

Audi fa parte del Gruppo Volkswagen e la decisione è stata presa lo scorso 29 ottobre. Ma già a febbraio, lo stabilimento belga aveva confermato che la nuova Audi Q8 e-tron (l’ultimo modello di auto elettrica) non sarebbe stata più realizzata a Bruxelles, salvo poi anticiparne il trasferimento della produzione in Messico tre anni prima rispetto a quanto inizialmente previsto, con l’obiettivo di ridurre i costi ed essere più vicini al mercato statunitense. Basterà a salvare il colosso tedesco dall’abisso in cui sembra caduto?

L’annuncio della chiusura, a fine febbraio, ha intanto dato il via libera alla cosiddetta “Procedura Renault”, che nella normativa belga significa predisporre i licenziamenti collettivi per quasi la metà dei tremila dipendenti della filiale belga. Un’altra tegola che giunge al culmine della crisi che affligge il settore automobilistico tedesco. La casa madre ha infatti già annunciato la chiusura di almeno tre impianti industriali in Germania. Se il buongiorno si vede dal mattino…

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