Mosca cerca di tessere la sua tela all’estero. “Il Vietnam è uno degli alleati più affidabili” della Russia, ha dichiarato Vladimir Putin, la cui visita è stata agevolata dal fatto che il paese del sud-est asiatico non aderisce allo Statuto di Roma del 1998 che istituisce la Corte penale internazionale, che ha spiccato verso il presidente russo un mandato di cattura internazionale
“È un piacere essere in Vietnam. Uno dei nostri amici e partner affidabili di lunga data. Le relazioni russo-vietnamite hanno fatto molta strada”, ha detto Putin in un incontro con il primo ministro del Vietnam Pham Minh Chinh, in cui Mosca e Hanoi hanno concordato di rafforzare la loro “partnership strategica”.
I due presidenti hanno suggellato lo scambio di 11 accordi e memorandum di intesa in vari settori, tra cui idrocarburi, scienza nucleare e istruzione. Una circostanza che non ha fatto piacere a Washington, visto che gli Stati Uniti sono il primo partner commerciale per il paese del sud-est asiatico.
C’è anche un altro elemento che fa aumentare il prurito della prima economia globale visto che si parla del nuovo ombelico del mondo dal punto geo-politico ed economico. L’inquilino del Cremlino ha poi auspicato il rilancio di un dialogo con l’Asean (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico), in cui il Vietnam svolge un ruolo attivo, e precisato che “Russia e Vietnam si oppongono alla creazione di blocchi politico-militari chiusi nella regione dell’Asia-Pacifico”, ha sottolineato Putin. Un avviso agli Usa che puntano a giocare un ruolo chiave anche in quell’area così strategica.