Gli scienziati hanno scoperto un evento che portò al crollo dell’Impero Romano 1.500 anni fa. Secondo la nuova scoperta di due scienziati di Oxford e dell’Università di Varsavia, i romani avevano preso male le misure dei loro avversari persiani, il che causò la loro spirale discendente, lasciandoli indeboliti e consentendo all’Islam di affermarsi, spazzando via quella che un tempo era una potente civiltà.
I romani e i persiani furono in guerra dal 54 a.C. al 628 per il controllo dei territori, ma i Persiani conquistarono le rotte commerciali romane che poi si rivelarono fondamentali per la loro vittoria. Senza accesso al commercio, l’economia crollò rapidamente e costrinse la popolazione dell’Impero romano a fuggire in altre regioni, come Costantinopoli.
Il team ha analizzato relitti in tutto il Mediterraneo, provenienti da diversi siti, come Marsiglia, Napoli, Cartagine, la Spagna orientale e Alessandria, per comprendere meglio le cause della caduta. Hanno individuato che le navi romane, che nel periodo di massimo splendore erano ormeggiate a centinaia lungo le coste, iniziarono a scomparire e si ridussero a poche decine nella seconda metà del VII secolo.
“Le informazioni ci hanno portato a concludere che l’Impero romano iniziò il suo declino dopo un’interruzione del commercio e alcuni fallimenti militari” hanno detto al DailyMail.com gli autori dello studio, Lev Cosijns dell’Università di Oxford e Haggai Olshanetsky dell’Università di Varsavia.
Precedenti ricerche avevano ipotizzato che una pestilenza avesse decimato l’Impero Romano nel 543 d.C. o che un cambiamento climatico avesse portato un enorme sconvolgimento a metà del VI secolo. Ma il nuovo studio ha messo in evidenza che la civiltà era all’apice della sua potenza, della sua produzione economica e della sua popolazione.