
Si è concluso a Londra l’importante vertice Ue, con Volodymyr Zelensky (oltre al segretario generale della Nato, Mark Rutte, alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e al presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ai leader di Turchia e Canada, e ai rappresentanti dei paesi membri dell’Ue), sull’Ucraina e la difesa comune convocato dal primo ministro britannico Keir Starmer, che ha annunciato, dopo aver dichiarato che “resteremo con l’Ucraina finché sarà necessario”, un accordo per circa 2 miliardi di euro in finanziamenti per acquistare 5.000 missili per la difesa aerea di Kiev.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha riassunto così la situazione: “È necessario urgentemente riarmare l’Europa. È ora di fondamentale importanza intensificare gli investimenti nella difesa per un periodo prolungato. È per la sicurezza dell’Unione europea e, nell’ambiente geostrategico in cui viviamo, dobbiamo prepararci al peggio, rafforzando così le difese”.
Al contempo, oltreoceano sembrano sempre più chiari. “Sarà l’Europa ad occuparsi della sicurezza in Ucraina” dopo l’accordo di pace. Lo ha detto alla Cnn il consigliere per la Sicurezza Usa, Waltz. Ma da Mosca il ministro degli Esteri Lavrov definisce “arrogante” il progetto europeo di peacekeeping in Ucraina
Zelensky, dal canto suo, è tornato a parlare dello scontro con il presidente americano, Donald Trump: “A dispetto del dialogo duro, gli Usa restano un partner strategico per l’Ucraina”. E prova a ricucire anche il presidente francese, Emmauel Macron, che ha sentito Trump e Zelensky. Pure la premier italiana, Giorgia Meloni, ha telefonato al presidente statunitense.
L’Europa cerca di serrare le file. Ma il leader ungherese Viktor Orban non ci sta: “L’Ue segua gli Usa e avvii colloqui di pace”. Mentre da Washington arriva la minaccia di chiudere tutti i rubinetti degli aiuti all’Ucraina, diretti e indiretti.
Mentre Mosca plaude a Trump: “La visita di Zelensky è stato un completo fallimento”.