New Delhi sfida le sanzioni imposte da Washington a Mosca. E acquista armi

Modi e Putin hanno annunciato nei giorni scorsi una serie di accordi tra i due paesi che riguardano la rete ferroviaria, lo spazio e le tecnologie nucleari. Ma l’intesa più importante non è stata sciorinata davanti alle telecamere

L'India sfida le sanzioni imposte alla Russia dagli Usa. E acquista armi

Abbracci e sorrisi. In questo amichevole clima il primo ministro indiano Narendra Modi e il presidente russo Vladimir Putin hanno annunciato nei giorni scorsi una serie di accordi commerciali tra i due paesi che riguardano la rete ferroviaria, lo spazio e le tecnologie nucleari.

Ma l’intesa più importante non è stata sciorinata davanti alle telecamere. L'India ha acquistato sistemi missilistici S-400 di origine russa per oltre 4,5 miliardi di euro. Con questa mossa New Delhi sfida le sanzioni statunitensi imposte alla Russia.

Eppure, gli Stati Uniti sono un importante partner commerciale per l'India. Così l'equilibrio politico nella regione si fa più complicato. I rapporti tra India e Cina sono tesi, a tal punto che lo scorso anno i due paesi hanno avuto uno scontro militare per la “questione himalayana". Nonostante ciò, Xi Jinping vuole evitare che l’India si avvicini troppo agli Stati Uniti.

In questa scacchiera entra pure la Russia, che è uno storico alleato dell’India, nonché il suo più grande fornitore di apparecchiature militari. E dopo Mosca c'è Washington, che nell'ultimo decennio ha venduto a New Delhi armi per 15 miliardi di dollari.

Il commercio tra Russia e India, tuttavia, è diminuito negli ultimi tempi. La Federazione si è riconciliata con Cina e Pakistan, mentre New Delhi si è avvicinata maggiormente agli Stati Uniti. Ma lo scenario sembra di nuovo cambiato: adesso è Modi a voler sfidare Trump.

Con un'altra mossa che attirerà ulteriormente le ire del presidente statunitense, la terza economia asiatica (dopo Cina e Giappone) acquisterà 9 milioni di barili di petrolio dall'Iran a novembre. Ma il quattro dello stesso mese entrano in vigore le nuove sanzioni statunitensi contro l'industria petrolifera di Teheran con l’obiettivo di isolare il paese che per Trump resta "il principale sponsor di stato del terrorismo".

Sebbene la cifra di 9 milioni di barili rappresenti un calo delle importazioni indiane di petrolio iraniano – rispetto ai 10 milioni rilevati a ottobre - il ministro degli Esteri, Sushma Swaraj, ha affermato che "l'India segue solo le sanzioni delle Nazioni Unite e non quelle imposte unilateralmente da un paese". Ovvero, dagli Stati Uniti.

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