L’economia è resiliente e ha superato i timori di stagflazione e recessione globale. Inoltre, l’inflazione è scesa dal picco della metà del 2022 e l’aumento dell’occupazione e dei salari si è mantenuta stabile. È quanto emerge dal World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale.
Le stime sul 2024 sono fondamentalmente intatte rispetto alle previsioni del gennaio del 2024. Quest’anno la crescita del Pil è del 3,2% e si manterrà sullo stesso livello nel 2025. Si tratta di un ritmo storicamente basso influenzato dal costo alto del denaro e dalla fine dei sostegni fiscali alla crescita (in particolare le misure per contrastare gli effetti del Covid-19).
A pesare sull’incertezza, oltre agli effetti a lunga gittata del Covid, ci sono le crisi geopolitiche. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta ancora facendo scontare – due anni dopo l’evento – il suo prezzo. E altre crisi come quella in Medio Oriente rendono frammentato lo scenario “geoeconomico”.
Per quanto riguarda l’inflazione, invece, i timori sembrano rientrare. A livello globale è atteso un calo dal 6,8 del 2023 al 5,9% del 2024 e al 4,5% del prossimo anno. Le economie avanzate - secondo l’Fmi - raggiungeranno i loro target, che ad esempio per gli Stati Uniti è il 2%.
Disaggregando i dati e osservando la crescita nei singoli Paesi, le stime per l’Italia fotografano una crescita nel biennio 2024-2025 pari allo 0.7%. Ma se nel 2024 il dato è in media con l’Eurozona, nel 2025 invece l’Italia sarà fanalino di coda fra le economie del G7, così come fra i 20 Paesi che aderiscono alla moneta unica. Le stime del Fondo, in particolare, indicano per l’anno prossimo: +1,3% per la Germania, +1,4% per la Francia, +1% per il Giappone, +1,5% per il Regno Unito, +2,3% per il Canada e +1,9% per gli Stati Uniti.
La Cina, la seconda economia al mondo, scenderà nel 2025 al 4,1%. Anche l’India, il ritmo di crescita del paese più popoloso a livello globale, calerà, mantenendosi comunque su valori superiori al 6%. Tiene botta la Russia che segna il 3,2% quest’anno e 1,8% nel 2025. Nella stesso anno, l’Arabia Saudita potrà contare su un tasso di crescita del 6%, mentre la Nigeria continuerà a navigare intorno al 3%.