I paesi del G7 nel loro complesso hanno registrato nel 2020 un Pil nominale pari a 38.136 miliardi di dollari. Ma il club, composto da Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia, e Canada, è ancora rappresentativo dei rapporti di forza economici su scala globale? La risposta è no.
Nell’anno nero della pandemia Cina e India (il primo e il secondo paese più popoloso al mondo) hanno cumulativamente messo a segno un Pil pari a 17.454 miliardi (poco meno della metà di tutto il G7). E Pechino si sta avvicinando a Washington: le prime due economie al mondo hanno un Pil nominale pari rispettivamente a 20.807 (Stati Uniti) e 14.861 miliardi (Cina).
Osservando poi i dati demografici il gap aumenta. Il blocco sino-indiano conta una popolazione complessiva pari a 2,8 miliardi di persone. Il G7 arriva appena a 770 milioni.
Numeri che fanno riflettere e in qualche modo danno un senso alla dichiarazione rilasciata dall’Ambasciatore di Pechino a Londra, secondo il quale “i giorni in cui le decisioni globali erano dettate da un piccolo gruppo di Paesi sono finiti da molto”.