Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro è volato a Mosca per incontrare al Cremlino il suo omologo russo Vladimir Putin durante una visita ufficiale nella Federazione.
Sul tavolo questioni molto concrete. Brasilia ha bisogno di Mosca per la fornitura di fertilizzanti: il gigante verde-oro importa l’85% del suo fabbisogno nazionale di sostanze chimiche per lo sviluppo agricolo, che continua a crescere di oltre il 10% l’anno.
Il vero motore dell’economia brasiliana sono infatti le attività del settore primario – agricoltura, pesca, allevamento e silvicoltura – che registrano tassi di espansione costanti. Il punto è che quasi un terzo dei fertilizzanti importati dal Brasile proviene proprio da Russia e Bielorussia.
Bolsonaro si è quindi recato al Cremlino per difendere gli interessi del suo paese, ben consapevole che le possibili sanzioni di Stati Uniti ed Ue contro Mosca, in caso di invasione dell’Ucraina, rappresentano un potenziale disastro per l’economia brasiliana.
Altro elemento del confronto è stata la possibilità di installare in Brasile delle minicentrali nucleari di produzione russa per far fronte alla crescente domanda energetica del gigante sudamericano.
Brasile e Russia sono inoltre alleati nell’ambito Brics, il raggruppamento delle economie emergenti dei primi anni Duemila – composto anche da India, Cina e Sudafrica. Questi paesi non hanno interessi comuni da difendere, ma ciò nonostante permangono in essere alcuni accordi multilaterali dalle notevoli ricadute pratiche, come la Banca dei Brics.