L’Occidente e l’ombelico del mondo. Un binomio che sembra non funzionare più. Un nuovo sondaggio - condotto tra oltre 21mila persone di 22 paesi, in tutti i continenti, e gestito dalla fondazione Open society - rivela la difficoltà degli occidentali nel far accettare la propria lettura del conflitto in Ucraina nel cosiddetto ‘sud globale’, anche in paesi non ostili come l’India o il Senegal.
Quando Vladimir Putin afferma, come ha fatto nuovamente l’8 settembre, che è “impossibile isolare la Russia”, non sostiene qualcosa privo di fondamento, perché la Russia può contare sull’appoggio della Cina e sulla neutralità benevola di una serie di altri Stati. Il Sudafrica, per esempio, non ha dimenticato che durante la lotta contro l’apartheid è stata l’Unione Sovietica ad aiutare l’African national congress di Nelson Mandela, non l’occidente. Non stupisce dunque che il paese sia comprensivo nei confronti di Mosca.
In realtà, dal sondaggio, più che un’adesione alle tesi russe emerge un sentimento di sfida nei confronti di un Occidente che per troppo tempo ha mantenuto un atteggiamento egemonico. È possibile cambiare questa percezione? “È difficile, perché parliamo di un’immagine creata nel corso dei decenni che non si può cambiare con semplici proclami – scrive Pierre Haski su Internazionale -. Quando l’Occidente si giustifica con il diritto internazionale per difendere l’Ucraina, un qualsiasi cittadino di un paese del sud può pensare legittimamente a diverse situazioni in cui lo stesso diritto è stato violato nell’indifferenza generale”.